Relazioni e gestione del rifiuto
In questo articolo parleremo di relazioni e gestione del rifiuto.
Le relazioni interpersonali sono uno degli ambiti più ricchi di crescita, ma spesso ci capita di non incontrare l’altro per quello che è veramente.
Spesso ci capita di “vedere” una persona e, invece di conoscerla per ciò che è, di proiettare su di lei le nostre convinzioni, paure, o aspettative. Magari una parola o un gesto ti ha fatto sentire rifiutato o, al contrario, molto vicino a quella persona, ma la realtà potrebbe essere ben diversa da ciò che hai percepito. Toccheremo più avanti in questo articolo, la tematica della gestione di un rifiuto.
Quello che spesso accade è che vediamo l’altro non per come è, ma per come noi lo interpretiamo. Le nostre esperienze passate, le insicurezze, o le aspettative possono distorcere la nostra visione. Se per esempio non ci sentiamo abbastanza amati, possiamo interpretare ogni piccolo gesto come un possibile rifiuto. Se invece siamo sicuri di noi stessi, vedremo l’altro con più apertura e senza filtri.
Questo processo di proiezione, purtroppo, può compromettere le nostre relazioni e, indirettamente, la nostra autostima.
Le relazioni diventano fragili quando basate su aspettative distorte, e spesso non riusciamo a “vedere” davvero l’altro. Ma c’è una grande opportunità in tutto ciò: ogni volta che ci rendiamo conto di aver proiettato qualcosa, possiamo fare un passo avanti nel conoscere meglio noi stessi e, di conseguenza, migliorare le nostre relazioni.
È importante fermarsi a riflettere su come le tue reazioni emotive, che siano di attrazione o irritazione, possano dirti qualcosa di più su te stesso.
Se proviamo irritazione per una persona senza motivo apparente, forse sta rispecchiando qualcosa che non abbiamo ancora accettato di noi stessi.
Comprendere questo può davvero trasformarsi in un’opportunità incredibile per conoscere meglio noi stessi. Ogni volta che riconosciamo le proiezioni che mettiamo sugli altri, ci stiamo dando l’occasione di esplorare le nostre emozioni più profonde, le nostre insicurezze, e anche le nostre forze nascoste.
Questa consapevolezza è il primo passo per crescere e sviluppare una sana autostima.
Coltivare relazioni sane e imparare a gestire a gestire gli inevitabili rifiuti permettono un costante miglioramento della nostra autostima!
Relazioni e gestione del rifiuto
Come diventare meno sensibile o desensibilizzarti al rifiuto?
Quando siamo rifiutati perdiamo la motivazione e quella forza di andare avanti. La sensibilità al rifiuto è collegata all’insicurezza e alla fragilità di carattere. Alcune persone, infatti, finiscono per “congelare” la propria vita privata e professionale temendo il Rifiuto.
Ma cos’è veramente la sensibilità al rifiuto?
La sensibilità al rifiuto consiste nella tendenza ad essere eccessivamente destabilizzati dalla percezione di qualsiasi forma di rifiuto sia sociale, che in contesti di relazioni di coppia che di gruppo.
Il rifiuto è considerato uno dei maggiori danni emotivi che una persona possa soffrire…
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- E perché ci fa così male?
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- Perché il rifiuto ci fa sentire una sensazione così sgradevole e a volte devastante?
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- Quali sono le cause della paura del rifiuto?
Il problema è che per difenderci da questo sentire doloroso, finiamo per rifiutare noi stessi e gli altri. Logico è che l’atteggiamento “rifiutante” nasce dall’aver sperimentato il rifiuto più e più volte nella vita.Tuttavia, il vero problema è che abbiamo strutturato una serie di meccanismi di difesa che comportano una fuga e una chiusura di fronte a qualsiasi persona che potrebbe offrire comprensione e affetto. Una sorta di circolo vizioso, come del resto lo sono tutte le dinamiche psicologiche.
Dunque, come puoi fare per diventare meno sensibile al rifiuto?
Impara a credere in te stesso, ad affermare i tuoi bisogni e a sostenere le tue potenzialità e capacità.
2 Evita le etichette
Fai un’auto-valutazione. Se non ti senti molto sicuro di te stesso, esplora le tue emozioni evitando di etichettarti. Ossia cerca di contrastare le “etichette” negative riconfigurandole. Questo significa prendere l'”etichetta”, staccarla e riconsiderare la situazione in un contesto più ampio.
3 Riconosci le tue ferite
Riconosci la ferita… Può capitare certamente, di tanto in tanto, che la vita ci ponga ancora di fronte a quella situazione in cui percepiamo negli altri un senso di distanza o rifiuto, qualunque sia la forma in cui si manifesti.
Ed ecco che, se prestiamo attenzione a cosa accade dentro e restiamo in ascolto, possiamo riconoscere ancora magari la traccia di una ferita, che forse torna a sanguinare un po’.
4 Ascoltati davanti al rifiuto
Fermati a sentire l’esperienza del rifiuto, proprio mentre la stai vivendo. Non mi riferisco all’analisi razionale – “Perché quella persona mi ha rifiutato, cos’ho fatto di male, come posso rimediare” ecc. – Ma al portare l’attenzione giù, in fondo, dentro di te… E semplicemente senti questa esperienza. Il primo passo per portare consapevolezza nel rifiuto è osservare in modo consapevole cosa accade dentro di noi quando ci sentiamo rifiutati. Non in termini assoluti e generali, ma proprio ora, in questo momento qui.
5 Ama te stesso
Ama te stesso… Il modo migliore in cui puoi prenderti cura del bambino ferito che è in te, è offrendoti amore in modo incondizionato. C’è una sola persona che può renderci davvero felici e quella persona siamo noi stessi.
Quando ti senti ferito e abbandonato, puoi ancora scegliere di non ferirti e non abbandonarti. Sii lì per te, con cura, tenerezza, calore.
Riparti da questo amore, che curerà ogni ferita.